Leica Vario-Elmar-TL 18-56 F/3.5-5.6 ASPH

Scheda Tecnica

Fra tutti gli zoom che mi è capitato di usare su APS-C , questo è di gran lunga il migliore. Leggero, compatto ma soprattutto nitido, davvero molto risolvente anche ai bordi.

Leica dice che questo zoom tuttofare sarebbe costato oltre 3000 euro se fosse stato costruito in Germania, quindi se lo è fatto costruire in Giappone su loro specifiche per abbassare i costi e non renderlo davvero fuori mercato.

Qualcuno sarebbe disposto a spendere 3000 euro per uno zoom del genere? Decisamente difficile… 1600? Vediamo…

Ho cercato un po’ in rete e ho scoperto che non  è costruito da Panasonic come molti credono ma da un’azienda giapponese che Leica non ha mai rivelato. Il prezzo di listino si aggira intorno ai 1600 euro (dai 900 ai 1200 euro per un esemplare usato in base alle condizioni) che è davvero un’eccezione per una lente con questi valori massimi di apertura del diaframma. Per un decimo del suo costo si può acquistare da un brand concorrente uno zoom con le stesse caratteristiche , almeno sulla carta, e pure stabilizzato.

Cos’è che rende speciale questa lente? La qualità innanzitutto, come detto è sorprendente , tanto che nelle foto scattate fino adesso  non ho mai trovato irrecuperabili difetti di aberrazione  , purple fringing o mancanza di dettaglio .

Facciamo una premessa.

Sono più che convinto che con l’avvento del digitale e dei programmi di elaborazione dei file RAW , l’industria ottica abbia considerato la possibilità di correggere una parte dei difetti dell’ottica a livello software, addirittura già dal file RAW in macchina risparmiando notevolmente nell’utilizzo di materiale pregiati . Questi parametri vengono già applicati dal software di elaborazione all’interno della macchina fotografica che riconosce la lente e oltre alle classiche correzioni della distorsione, vignettatura, aggiunge anche il miglioramento della nitidezza/astigmatismo sui bordi, la riduzione dell’aberrazione ecc…

Detto ciò , visto che la nostra immagine passa attraverso il programma di elaborazione/archiviazione preferito perchè non sfruttare tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione? Sarebbe assurdo non farlo.

Immaginate poi se un’azienda riesce a creare una lente, complessa come uno zoom con tanti elementi che si muovono su e giù, superfici asferiche, tra mille compromessi , però  tenendo conto che applicherà successivamente migliorie sul file in base ai parametri di scatto, focale, diaframma, distanza di messa a fuoco.

Il futuro è questo… sempre più software a darci una mano .

Con questo enorme aiuto dato dai software di elaborazione immagine, pilotati da processori potentissimi cosa succede se creiamo uno zoom utilizzando materiali di prima qualità? Succede che avete per le mani il Leica Vario-Elmar-TL F/3.5-5.6 ASPH , un piccolo gioiellino.

Nella serie di obiettivi TL avevo adocchiato anche l’Elmarit 18 ASPH 2.8 , ma dopo una settimana di prove direi che sta un gradino sotto al nostro zoom pur essendo un fisso.

L’ Elmarit 18 ASPH 2.8 ha più aberrazione, più astigmatismo, meno nitidezza ai bordi del 18-56 , però col vantaggio di mezzo stop sulla luminosità massima. A livello di portabilità il 18 è veramente come non averlo…. ma diciamocelo anche il 18-56 è veramente compatto , leggero abbastanza per tenerlo al collo un giorno intero assieme alla T o alla CL  ma con un range di focali molto più ampio.

Sul campo la lente si comporta davvero bene in ogni situazione….. regge bene ai controluce… ha uno sfuocato piacevole  creando davvero uno stacco notevole tra nitidezza e morbidezza…. la resa dei colori è neutra , senza dominanti calde o fredde…

cliccate in basso a destra delle anteprime e scaricate i file al 100%.

 

 

 

… ma soprattutto è nitido,  molto nitido, da bordo a bordo  ….

Utilizzando  il sistema M , sia a pellicola che digitale da anni avevo acquistato anche il bellissimo Super Elmar 18mm F 3.8 pensando di usarlo sui corpi APS-C con apposito adattatore per ripristinare il tiraggio.

Se vi dovesse venire in mente sappiate che il leica Super Elmar 18mm ha  l’inclinazione dei raggi luminosi ottimizzata per il tiraggio e i sensori montati sulle M , perciò ha una resa ottima su M a pellicola, M9, M240, M10 e soprattutto Monochrom dove da il meglio di sè.

Contrariamente a quanto uno pensa, cioè che una lente grandangolare ottima su full frame sia davvero eccellente su formato ridotto,  proprio per il fatto di prendere solo la parte migliore scartando i bordi, qui non da il massimo , specialmente sugli estremi del sensore APS-C.

Quindi vi ritroverete un vetro da 3500 euro che su pieno formato ha una nitidezza e una resa tipicamente Leica ma su APS-C non arriva assolutamente a livelli che ci si aspetterebbe agli angoli, a patto di usarlo da f10 in sù, cosa che lo rende davvero zoppo.

Morale della favola… se cercate un 28mm equivalente su APS-C il 18-56 è la scelta migliore dal momento che ha la qualità indiscussa delle ottiche Leica e la dinamicità di uno zoom tutto fare. Come per il 55-135, questo zoom non deve spaventare per la sua apertura massima relativamente bassa dal momento che gli ultimi sensori sono in grado di mantenere una qualità discreta fino a 6400 iso.

Valori che per chi viene dalla pellicola sono oltre ogni aspettativa…. a 18mm (28mm equivalenti) F 3.5 potete scattare a 1/30 sec evitando il mosso e fino  6400 iso praticamente in ogni ambiente, fidatevi…

Tornando al nostro piccolo zoom, lo considero, assieme al 55-135 APO della stessa serie TL, una lente da possedere nel corredo della T o CL  e se vi dicessero, che siete dei folli perchè avete speso  1600 euro in uno zoom fategli vedere gli scatti sopra, sono assolutamente paragonabili ai migliori zoom per fullframe F 2.8 con focale equivalente ma con un terzo del peso e della dimensione…. ed ecco perchè sono 1600 euro ben spesi…

 

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