Il 55-135 APO è sostanzialmente l’equivalente di uno zoom 80-200 su pieno formato.
Quella sigla APO , sta ovviamente per apocromatico ed è presente solitamente negli obiettivi di maggior pregio e costo per via del particolare schema ottico, che presenta aberrazione cromatica in misura estremamente ridotta che si ottiene con particolari accorgimenti e vetri pregiati che possono utilizzare come in questo caso superfici asferiche.
Oltre ad essere molto nitido e risolvente, questa lente ha un bellissimo bokeh , pastoso , una resa dei colori molto piacevole, mai forzata ed una tridimensionalità tipica delle lenti Leica di fascia alta.
L’ho voluto mettere alla prova sulle colline toscane e le crete senesi e dopo i primi scatti mi sono accorto che essendo molto inciso , vista anche la densità del sensore della Leica CL (24mp su 24mmx16mm , superiore alla densità della Q2 e della futura SL2), dovevo alzare i tempi minimi a 1/400 sec per trarne maggior beneficio e non rischiare un micromosso che avrebbe vanificato i vantaggi di tale perfezione ottica.
Con questa lente e la CL consiglio di lavorare con la funzione auto-iso 1/3f , cioè i tempi con l’inverso della focale X 3 che la macchina si calcola da sola in automatico.
Grazie ai passi avanti dei sensori aps-c di ultima generazione in grado di competere ad alti ISO con le sorellone a pieno formato, si riesce a gestire situazione al limite dei 3200/6400 iso senza particolari difficoltà.
Forse si sente la mancanza della stabilizzazione , obbligandoti a lavorare alla massima focale con tempi superiori all’inverso della focale e ad almeno 1/320 sec. , meglio 1/400 sec. Probabilmente la funzionalità in questione verrà implementata da Leica direttamente sul sensore delle prossime aps-c , com’è infatti l’ultima tendenza delle altre case produttrici …. vedremo…
Per me questa lente, assieme al 18-56 e alla Leica CL forma un corredo aps-c da 28mm a 200mm equivalenti …. come qualità e nitidezza ha superato perfino la d800 col 70-200 VR 2.8… e sta tutto in una borsina.