Leica Elmarit 24mm F/2.8 v2 E60

  • Order nos. – 11221 without ROM, 11257 ROM possible cam-3 only, 11331 with ROM
  • Production era – 1974-2006 < 20,200 lenses
  • Manufacturer – Minolta/Leica v1 , Leica v2
  • Variants – 1974-1990 without ROM, 1990-1996 ROM possible, 1996-2006 with ROM
  • Number of lenses /groups – 9 / 7
  • F stop range – f/2.8 – f/22
  • Closest focusing distance – 30 cm / 11.81 in
  • Angle of view diagonal – 84 degrees
  • Filter type – Series 8 oppure E60mm dalla versione 2
  • Accessories – Hood: 12506 or 12523; Front cap: 14184 or 14290
  • Dimension length x diameter – 48.5 x 67 mm / 1.91 x 2.64 in
  • Weight – 420 g /0.93 lb
  • Inscription – ELMARIT-R 1:2.8/24 LEITZ WETZLAR 3XXXXXX
    ELMARIT-R 1:2.8/24 E60 3XXXXXX LEICA

Leica per ottimizzare i costi e per semplificare il proprio ciclo produttivo si è affidata in varie occasioni ad altri eccellenti e famosi marchi per produrre focali nelle quali non voleva o poteva cimentarsi.

Così Zeiss, Schneider Kreuznach, Minolta e Sigma hanno prodotto per Leica varie lenti e schemi ottici sia nella montatura M/CL , sia in quella R. Questo è il caso del 24mm Elmarit F 2.8 prima versione il cui schema ottico fu calcolato da Minolta che fornì i vetri a Leica che assemblò il nocciolo ottico e li racchiuse nei loro inconfondibili cilindri di metallo nero col bollino rosso.. Non fu un’operazione indolore e per i leicisti duri e puri questi matrimoni interrazziali furono come un tradimento , più per una questione di orgoglio che nella pratica dal momento che Minolta nel 1974 era uno dei più grandi e affidabili produttori di Lenti del mondo , in grado di brevettare miscele segrete e trattamenti innovativi invidiati e rincorsi dall’intera schiera di grandi marchi nel panorama della fotografia mondiale, senza contare il fatto che fu la prima casa produttrice di macchine fotografiche a introdurre l’autofocus all’interno di un corpo macchina andato in produzione….

Naturalmente Leica non è che sbandierasse la collaborazione con Minolta nei suoi depliant ma nonostante tutto non fece nulla per crearsi un progetto R da 24mm totalmente fatto in casa per molti e molti anni… almeno fin quando non fu costretta proprio da Minolta che per vicissitudini non ben chiare non riuscì o non volle più fornire i vetri , sui quali pendeva un brevetto e un processo di produzione che non si poteva cedere certo ad una concorrente tra l’altro proprio in quel periodo di grande sviluppo e concorrenza che nei decenni successivi portò anche al fallimento della stessa casa nipponica e più precisamente durante l’avvento del digitale tra il 2003 e il 2006 ….

Come detto su questa lente vi è una sorta di insabbiamento, volutamente si è cercato di nascondere il peccato originale della prima versione con vetri forniti direttamente dalla casa giapponese…. quindi quando Minolta non fornì più i vetri per l’assemblaggio del nocciolo ottico e visto che questo modello doveva rimanere e rimase in produzione dal 1974 fino al 2005, e cioè per 31 anni , Leica decise giocoforza di produrseli da sola adattando lo schema ottico Minolta alle diverse miscele con piccole variazioni e sostituendo alcuni trattamenti antiriflesso ma non discostandosi dallo schema originale che prevedeva sempre l’innovativo elemento flottante che aiutava la correzione delle distorsioni alle brevi distanze .

A questo punto i vetri prodotti in Germania e l’assemblaggio a Wetzlar lo rendendono effettivamente made in Germany al 100% , riportando la dicitura E60 sulla filettatura della lente frontale e divenendo a tutti gli effetti una versione 2. Cosa fare a questo punto?

Si dovrà informare la clientela di questo pedigree finalmente riconquistato? Si preferì tacere e così come non fu sponsorizzata la collaborazione con Minolta, nemmeno fu dichiarata la nuova produzione totale in Germania nella versione finale…

Per decenni il 24mm R è stato un compagno fedele dei fotografi paesaggisti che necessitavano di quell’angolo di campo che è una via di mezzo tra il classico 28mm e l’estremo 19mm e 21mm , che tra l’altro è un’altra collaborazione esterna ad opera questa volta di Schneider-Kreuznach. La particolare focale di 24mm è anche molto apprezzata dai fotografi reportagisti che le riservano volentieri un posticino nella borsa data la sua compattezza e affidabilità.

Gli anni passano e questa lente si è guadagnata un posto nei corredi dei cineoperatori di tutto il mondo che usano Leica per il suo look vintage e la qualità generale dei prodotti. La focale da 24mm rimane una delle più gettonate nelle scene in cui l’operatore si deve avvicinare molto al soggetto ed entrare nel vivo dell’azione… così dopo il 19mm , la focale 24mm è la scelta preferita. Leggendo qua e là tra i vari forum le motivazioni che spingono i cineasti ad usare le lenti Leica sembrano legate non tanto alla estrema nitidezza ma più che altro alle tonalità e anche a quelle che potrebbero essere giudicate dei difetti per i fotografi che ricercano solo la perfezione dell’immagine , vale a dire la risposta al sole diretto, i flare che sui controluce creano un fantastico effetto scenico , con la scomposizione dell’intero schema ottico sul fotogramma dalle mille sfumature di colore dei trattamenti antiriflesso di ogni lente lungo la diagonale prodotta dalla luce del sole.

Questo avviene con imbarazzante naturalezza sul 24mm R elmarit , così come sul 19mm R v1 e v2 nonostante il paraluce abbondante e senza la presenza di filtri.

Anche le aberrazioni ai lati del fotogramma sono presenti sui moderni sensori digitali, ma come dico sempre , se si riescono a correggere in postproduzione senza creare effetti collaterali , non sono da considerarsi un difetto e così è.

Basta crearsi un preset in Lightroom e tutto viene corretto ed eliminato senza problemi.

Se dovessi fare un paragone direi che come resa cromatica la trovo simile al 28mm elmarit v1, con tonalità tendendenti al neutro/freddo , così come la nitidezza generale è molto simile e in linea al 28mm V1 R .

Il 28mm R v2 è decisamente più performante sotto ogni punto di vista , direi irraggiungibile da ogni grandangolo R mai prodotto e da quasi tutti i grandangoli M in casa leica , perfino su SL2.

Le prime impressioni/prove del 24 elmarit R v2 E60 su SL2.

Devo essere sincero, gli angoli di un sensore da 47mp sono delle sfide difficili da vincere…. e così anche il 24mm R v2 si prende un bel voto ma non la lode per gli angoli estremi come il 19mm v2 R e il 28mm v2 R che rimangono dei riferimenti nelle proprie focali.

Lo sfuocato lo trovo progressivo e non nervoso ma presente anche ad aperture medie se si mettono a fuoco particolari molto vicini. Si perchè questa lente riesce a mettere a fuoco anche a 30cm….. alla faccia della limitazione nei telemetri delle cugine M…. altro punto di forza nelle scene dove è necessario entrare in cotatto col soggetto….

Altre prove col sole diretto al tramonto , l’effetto dato dai flare , col leggero offuscamento dell’immagine è piacevolissimo , appunto molto cinematografico….

La grande richiesta di questa lente nel settore cinematografico ha fatto si che che il suo valore si attesti ad oggi ben oltre le mille euro per la prima versione , con punte di 1500 euro per la versione 2 E60 e 2000 euro per la versione con contatti ROM.

Molte lenti vengono acquistate per essere poi smembrate da ditte specializzate , prelevando il gruppo ottico che viene reinserito in una montatura con flangia compatibile con le più comuni apparecchiature digitali utilizzate nell’industria del cinema e vendute a prezzi da capogiro.

Seguiranno altre prove nei prossimi giorni.

Leica Elmarit Fisheye 16mm F/2.8

  • Production era 1974-2001 < 2,950 lenses
  • Lens mount – LEICA R-bayonet
  • Manufacturer – Minolta
  • Variants – 2-cam, 3-cam, 3rd cam and ROM conversion after 1996
  • Number of lenses/groups – 11 /8
  • Focusing range – 30 cm / 11.81 in < ∞
  • Aperture – f/2.8-f/16 in half-stops
  • Smallest object field/Largest reproduction ratio – 401 x 601 mm
  • Angle of view diagonal – 180°
  • Scales – Combined meter/feet graduation
  • Filter mount/Lens hood – Built-in, telescopic lens hood; built-in turret with 4 filters (UVa, yellow, orange and blue conversion filter 80 B)
  • Accessories – Front cap: 14089
  • Viewfinder – Camera viewfinder
  • Materials – Anodized aluminum and optical glass
  • Length to bayonet flange – 60 mm /2.36 in
  • Largest diameter – 71 mm /2.8 in
  • Weight – 460 g / 1 lb
  • Inscription – FISHEYE-ELMARIT-R 1:2.8/16 LEITZ WETZLAR

Il fisheye è una lente che ti dimentichi di aver comprato.

Sta nello scaffale per mesi o anni senza che ti venga in mente di prenderla e spesso anche quando decidi di dargli una chance e di portartelo dietro va a finire che non lo usi.

Ho avuto 3 fisheye , di cui uno per formato Nikon DX e per tutti è stata la stessa storia.

Capita raramente di avere un soggetto che calza a pennello per quella focale di 16mm ma soprattutto per il suo bizzarro angolo di campo di 180°.

Se stai per visitare luoghi con grandi edifici, interni di luoghi enormi, vecchie case abbandonate o il cratere di un meteorite di 2 km di diametro il fisheye è la tua lente….. non scherzo.. il mio primo fisheye lo comprai negli Stati Uniti nel 2005 poco prima di visitare “The meteor crater” in Arizona…. comunque diciamo che in tutti gli altri casi gli preferisco sempre un buon ultragrandangolare da 14mm , ma anche da 16mm o da 19mm è quasi sempre più che sufficiente.

Se sei un tipo un po’ originale e ti piace creare qualche strano effetto speciale il fisheye può aiutarti perchè ha delle caratteristiche davvero interessanti… inanzitutto ha una profondità di campo notevole anche a diaframmi aperti ed è facile impostare una iperfocale e scordarsi di mettere a fuoco nella maggior parte delle scene…. poi ha una messa a fuoco minima di 30cm e nel caso di riprese ravvicinate l’effetto di un angolo di campo di 180° ti aiuta a creare immagini molto particolari.

In particolare questo Elmarit Leica , progettato da Minolta su specifiche della casa tedesca direi che se la cava molto bene. Non sono un tecnico e non mi metto a spulciare tutti i parametri misurati in laboratorio ma in linea di massima dico che se riesco a correggere i piccoli difetti di una immagine prodotta da una lente, quali aberrazione, purple fringing senza intaccare l’orginalità , l’integrità e i colori dei soggetti con delle semplici regolazioni di Lightroom , per me la lente supera il test del digitale.

E così è per questa, che pur essendo progettata nel lontano 1974 , riesce a prendersi un bel 7 , ma direi anche un 7 e mezzo.

Con un paio di regolazioni e correzioni nei parametri di lightroom si fanno sparire con grande facilità i tipici difetti di queste focali così spinte, come sfrangature ciano/magenta/verde/giallo sui bordi estremi, il leggero bordino viola (purple fringing) vicino alle zone dove c’è un repentino aumento di luminosità, come i piccoli rametti degli alberi in controluce ecc.

Ho testato il Fisheye Leica sulla mia SL2 , con adattatore e profilo originale caricato.

Quasi tutti gli scatti sono stati eseguiti con diaframmi che vanno da F 5.6 a F9 e sfruttando lo stabilizzatore sul sensore nelle foto in interno sono sceso fino a 1/5 sec senza mai fare un mosso, ma sarei potuto scendere anche oltre se la luce lo richiedesse, perfino 1 secondo per quanto è efficiente questo sistema.

Come dicevo , negli interni o in grandi spazi il fisheye risulta divertente e in cambio di una visione a 180° dell’ambiente si riesce a perdonargli quella sua incurvatura che diventa anzi una caratteristica ben riconoscibile.

Il top dell’effetto si raggiunge con grandi strutture e ancora meglio se ti sovrastano o ti circondano e in quel caso la sua visione d’insieme ti lascia quasi sbalordito nel bellissimo e dettagliato mirino della Leica SL2 : le lunghe linee di una struttura diventano archi che percorrono tutto il frame e stando attenti a rimanere in bolla i soggetti che si troveranno nella parte centrale saranno lasciati senza curvature eccessive.

Questo modello di fisheye è dotato di vari filtri colorati incorporati e ha la possibilità di innestarli semplicemente ruotando una ghiera. In Digitale non li ho mai usati ma potrebbero dare una mano su pellicola o se si ha intenzione di fare qualche bianco e nero.

Concludo dicendo che da quando uso le mirrorless e gli ultragrandangolari , specialmente quelli con fuoco manuale , riesco a mettere a fuoco in maniera migliore le parti periferiche, utilizzando la tecnologia focus peaking e ingrandendo e illuminando di rosso i particolari a fuoco nei bordi dell’immagine prima dello scatto.

In questo modo si riesce a migliorare la percezione di nitidezza delle immagini e ti fa capire che l’autofocus sulle focali ultragrandangolari può non essere sempre corretto.

Si deve fare molta attenzione a dove cade il fuoco e se la conseguente profondità di campo scelta in base al diaframma è in grado di includere i soggetti vicino ai bordi che visto la focale spinta si potrebbero trovare anche molto distanti da te. Se non sono a fuoco a volte basta chiudere di uno stop il diaframma o riposizionare la messa a fuoco più vicina.

Leica 28mm f/2.8 Elmarit-R II

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28mm è sicuramente la focale che preferisco.

Ho posseduto diversi 28mm e negli anni mi son capitati fra le mani dei veri e propri gioielli . Il 28mm Nikkor 2.8 degli anni 90, il 28mm Nikkor AF-s 1.8 più recente, il Nikkor 28 F2 Pre-AI , la versione aps-c della Coolpix A (18mm che diventano 28mm equivalenti)  e anche la compatta a pellicola che preferisco, la Nikon 28Ti monta un nikkor 2.8 straordinario.

Ho posseduto  la prima versione Leica di 28mm Elmarit e l’ho trovata davvero ben equilibrata, leggera, compatta con una resa sincera che ti conquista , una lente che porteresti sempre dietro. Ci ho scattato quasi tutti e 32 i rullini del viaggio negli Stati Uniti e il risultato è stato sempre all’altezza , alla fine non riuscivo più a toglierla dalla R8.

Dopo l’uso della prima versione di questo Elmarit decisi di acquistare anche la seconda versione , non perchè fossì scontento dell’altra,  ma perchè tutti i fotografi parlavano di un miglioramento generale nelle prestazioni , nei controluce e  soprattutto negli angoli estremi con i nuovi sensori digitali densi di megapixel… e c’è poco da fare : è esattamente così.

Prima di provare questa versione, ero convinto che il miglior 28mm che avessi mai avuto fosse l’elmarit 28mm V4  del sistema Leica M , una lente semplicemente favolosa.

Per certi aspetti credo che questa sia la versione R del cugino M  … perchè la resa dei colori e la nitidezza si assomigliano molto anche se questa versione R secondo me sui bordi delle full frame digitali ha una marcia in più per via del maggiore tiraggio e della minore inclinazione dei raggi luminosi sulle zone periferiche del sensore.

Esteriormente rispetto alla prima versione si distinque per un paraluce telescopico incorporato e una ghiera plastificata ma risulta compatto e con una bella impugnatura.

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Sulla R8 mostra una texture più raffinata rispetto al suo fratello maggiore e anche con grana di 200 asa o 400 asa gli angoli rimangono ben definiti…. qui sotto con una modesta kodacolor 200.

Rispetto alla prima versione mostra anche una resa più neutra rispetto a quella notoriamente più fredda dell’altra.

In totale ne sono stati prodotti solo 3700 rendendolo molto ricercato e difficile da trovare … il prezzo è destinato a salire , se potete trovatene uno prima che arrivino a quotazioni troppo alte, adesso già si aggirano sopra i 1000 euro per la versione non ROM.

 

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Penso che sarà una delle lenti più usate  sulla mia Leica SL2 e adattatori…  gran bella coppia, contrasto e dettaglio eccellenti, nessuna difficoltà a gestire i 47mp … difficile chiedere di meglio su quella focale.

Se devo proprio trovargli un punto debole direi il numero pari di lamelle del diaframma che in caso di controluce puntiforme producono diversamente dai numeri dispari le stelle con raggi accoppiati invece della stella con raggi equidistanti esteticamente più piacevole secondo me.

Questo 28 insieme al 50 summicron R forma un tipico kit da viaggio compatto, in grado di sfruttare tutta la risoluzione della SL2 su tutta la diagonale .

 

Leica 19mm f/2.8 Elmarit-R II

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Esistono 2 versioni di questa lente, entrambe sono progettate da Walter Mandler.

La prima versione ha un fascino molto particolare e una caratteristica distorsione Mustache( con le curve di un baffo) che la rende di difficile correzione.

Va molto bene su pellicola e dona un certo effetto “cinematografico” alle scene, specialmente in controluce, con uno sfuocato e un’aurea avvolgente, quasi come fossimo dentro ad un sogno.

La resa ai bordi della prima versione sul supporto a pellicola è più che soddisfacente ma purtroppo sui bordi di un sensore digitale full frame risulta un po’ morbida.

Leica rivisitò questa lente, un po’ troppo criticata per via della sua distorsione e anche per la generosa  dimensione della lente frontale e ne progettò una seconda versione che la superava un po’ in tutto… resa dei colori, microdettaglio, contrasto e soprattutto distorsione, era sparita quella incurvatura centrale ed era anche più compatta.

La seconda versione prodotta dal 1990 al 2009  conta un numero di 5900 unità e la rende abbastanza rara nella produzione Leica. Decisi di acquistarla dopo aver visto gli scatti di un fotografo americano che aveva fotografato i parchi naturali degli Stati Uniti perchè erano così ricchi di dettagli e così perfetti anche sui bordi da far impallidire anche gli ultragrandangolari moderni.

La lente è anche dotata di un filtro rotante incastonato nello schema ottico che da la possibilità di aggiungere dei filtri colorati , utile magari per chi vuole scattare un rullino a pellicola in bianco e nero e sfruttare questa caratteristica… per chi scatta con pellicole a colori diventa inutile.

La prova sul campo con SL2

Leica  SL2 , adattatore e profilo R caricato … il risultato è davvero notevole…

apro una parentesi sulla SL2 …la cosa che mi ha fatto preferire questa alla panasonic S1R è stata la possibilità di continuare ad usare i file raw con estensione DNG che si lavorano anche con un pc non proprio recentissimo, senza particolari problemi… pensavo davvero che il pc si sdraiasse e chiedesse pietà invece se li digerisce proprio bene questi 47 mp… poi il vantaggio di riconoscere i profili delle lenti Leica R, M è una impagabile comodità.

Non avevo mai montato la lente in questione su una full frame digitale e mi sono accorto  che negli angoli molto estremi vignetta bruscamente. Questo particolare a dire il vero non si notava molto su pellicola, probabilmente perchè i telaietti della scansione o lo stesso scanner finiscono per togliere qualche millimetro all’immagine. Sul sensore della SL2 il problema che avevo erroneamente attribuito al vistoso paraluce viene fuori in maniera evidente e devo dire che è di difficile correzione con i metodi tradizionali per la correzione della vignettatura. Unica soluzione che ho trovato è quella di scalare l’immagine di un 3/4 % eliminando totalmente l’angolo estremo e correggendo i leggeri residui con il correttore vignettatura, un po’ come fa la Q2 trasformando il 24 in un 28. In questo modo si finisce per avere un 20mm circa, davvero perfetto dal punto di vista della nitidezza estrema , perdendo così qualche grado dell’angolo di campo e circa 1mm di focale. Sacrificio accettabile…

E luce fu

Le gallerie antiaeree della SMI , costruite nel 1934 per proteggere gli operai della fabbrica dai bombardamenti… 3km di tunnel sulla montagna pistoiese a Campotizzoro. La SMI è stata la più grande fabbrica-città che produceva munizioni in tutta Europa fino al 1990 … pensate che riforniva tutte le truppe NATO nel continente, perfino le leggendarie pallottole full metal jacket venivano prodotte qui…. Anche il proiettile che uccise JFK era purtroppo prodotto dalla SMI che custodisce ancora il fucile dell’assassino del Presidente Kennedy perchè fu spedito per una perizia balistica e mai ritirato dalla CIA. …..anche questa una realtà italiana comprata dai tedeschi e smantellata dopo aver trasferito la produzione in Germania rendendo questo stabilimento un relitto in disfacimento costante….. sopravvive solo il museo grazie all’impegno di alcuni volontari….

In questi scatti ho usato la SL2  e il 19mm R v2 , iso da 200 a 1600, tempi da 1/4 sec a 2 secondi , mano libera tutto a F8 iperfocale (si mette diaframma 8 e il simbolo infinito sull’8 e siete a fuoco da 70cm a infinito).

Nelle gallerie, anche se sembra giorno, era buio pesto, con una illuminazione mista incandescenza/neon … credo che lo stabilizzatore sia veramente fondamentale in alcune situazioni e sia il vero passo avanti tecnologico che fa la differenza in questi ultimi 3/4 anni. Si riesce a scattare anche a 2 secondi a mano libera… che quando riguardavo gli scatti tra me e me mi pareva impossibile… SL2 davvero NO LIMITS

Le Crete senesi e il 19R v2

Ho portato l’accoppiata SL2 e 19mm R anche sulle colline della mia amata Toscana…. e qui se ne son viste delle belle…

La nitidezza, il microdettaglio, la saturazione dei colori, la corposità dei particolari ancora una volta superano ogni aspettativa . Siamo di fronte ad una lente con una resa semplicemente meravigliosa con dei colori vivaci ma non urlati come le recenti produzioni . Non la toglieresti mai…

una versione in bianco e nero che mi ricorda la resa della Monochrom che ho posseduto per un paio di anni. In realtà sulla monochrom montavo il Super Elmar 18 con buoni risultati. L’impressione è che il 19mm R v2 sui diaframmi che vanno da 5.6 a 8 sia ancora più nitido ai bordi e soprattutto al centro del cugino M da 18mm.L1010864-Modifica

Mentre con la maggior parte degli ultragrandangolari si ha la sensazione che l’intera scena sia spiaccicata su un foglio questa lente ha una certa facilità nel rendere tridimensionali i piccoli oggetti , così foglie, aghi di pino, terreni sconnessi prendono forma.

Non ricordo di aver trovato in altre lenti un effetto così marcato e in combinazione allo straordinario sensore della SL2 i dettagli sono straordinari.

infine uno scatto con la R8 e la pellicola Kodak color plus 200 dove si può notare il tallone d’Achille di questa lente nei controluce con la luce leggermente inclinata, il flare color magenta.

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conclusioni

Se riuscite a trovare il 19 R versione 2 e avete una SL o una SL2 prendetelo senza troppi tentennamenti… sul mercato dell’usato conserva ancora delle quotazioni molto alte , dai 2000 euro in sù ma diventerete uno dei 5900 possessori di qualcosa di eterno…. perchè su queste lenti non c’è nulla di elettronico…. meno elettronica meno rischi di guasti…

Al di là di piccoli difettucci in parte correggibili o evitabili come la vignettatura sull’estremità degli angoli e i flare in controluce, questa lente ha una resa leggendaria che supera senza problemi il test dei 47mp.

Il fatto che sia una lente a fuoco manuale in realtà lo considero un vantaggio perchè una lente autofocus ultragrandangolare tende a lasciare fuori dalla zona a fuoco gli angoli basandosi prevalentemente sul centro della scena. Con l’ausilio del focus peaking invece si ha una messa a fuoco millimetrica sui primi piani fino agli angoli estremi che vengono evidenziati… non si può chiedere di meglio per queste focali.

 

Leica Elmarit-R 180mm F2.8 Prima Versione

Alcuni dati presi da Leica-Wiki

  • Order no. – 11919 . LLC – 187
  • Production era – 1966-1979 < 17,000 lenses
  • Variants – 1, 2 or 3-cam, ELC & ELW versions
  • Number of lenses /groups – 5 / 4
  • F stop range – f/2.8 – f/22
  • Closest focusing distance – 1.8 m / 5.91 ft
  • Smallest object field –
  • Diaphragm setting /type – 8-blade
  • Angle of view diagonal – 14 degrees
  • Filter type – Series VIII + 14165
  • Accessories – Filter-ring: 14165
  • Materials –
  • Dimensions (length x diameter) –
  • Weight – 1325 g /2.92 lb
  • Inscriptions – ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ CANADA 2XXXXXX
    ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ WETZLAR 2XXXXXX

180mm f/2.8 Elmarit-R  Serial Numbers

SN Start SN End Product Year Total
2161001 2161500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1966 500
2226001 2226500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1967 500
2247901 2249900 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.2-cam) 1967 2000
2280851 2283350 180mm f/2.8 Elmarit-R 1968 2500
2354301 2356300 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1969 2000
2455501 2457500 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1970 2000
2498101 2499100 180mm f/2.8 Elmarit-R 1971 1000
2511601 2512600 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1972 1000
2542501 2543500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1972 1000
2673201 2674200 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2698601 2699600 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2753051 2754050 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1975 1000
2838801 2839800 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.3-cam) 1977 1000
2913101 2913600 180mm f/2.8 Elmarit-R 1978 500
TOTAL ASSIGNED SERIAL NUMBERS 1966-1978 17,000

Volevo un tele vintage per fotografare le colline toscane e fare qualche ritratto con la CL e la R8 ed ho acquistato un 180 R 2.8 3 camme del 1974, che credo non sia mai stato usato…

Forse chi l’aveva comprato l’aveva preso in mano la prima volta e dopo un’ora di uso un’ernia inguinale l’ha costretto a rimetterlo nel cassetto…. Non è il cugino militare APO , ma con il mirino elettronico della CL e le correzioni di Lightroom ,questo quarantenne devo dire che lavora sorprendentemente bene. Il peso non è indifferente ma per qualche uscita saltuaria con monopiede può dare grandi soddisfazioni. I DNG sono stati lavorati su lightroom. La CL col suo adattatore originale riconosce e associa il profilo delle lenti R con le correzioni di base. Nonostante tutto per gli scatti a F 2.8 sono intervenuto per togliere aberrazione e purple fringing che si manifestavano nelle zone di forte contrasto a TA, ed ho ricalcolato la maschera di contrasto . Creata la “formula di correzione” basta applicarla a tutte le foto e spariscono i difetti, questo fa capire quanto il digitale e i software di correzione delle lenti sono e saranno sempre più il campo di battaglia dei nuovi progettisti . Quasi tutti gli scatti a F2.8 , notare che su CL si parla di un 270mm equivalente dato che il sensore è un APS-C .

Secondo test.   I segreti del BOSCO.

Test Leica 180R montato con adattatore originale e riconoscimento del profilo lente su Leica CL.  Nel cuore dell’appennino pistoiese abbiamo percorso il sentiero CAI 136 che passa anche dal castello della Sambuca Pistoiese. Grazie all’eccellente mirino elettronico con ingrandimento 6x è possibile mettere a fuoco in maniera agevole, coadiuvati dal Focus Peaking che esalta i particolari a fuoco della ridotta profondità di campo quando lavorate alle massime aperture. Tutti gli scatti sono effettuati tra F2.8 e F3.2 , un click più chiuso. Posso dirvi che con i DNG prodotti dalla Leica e Lightroom potete annullare qualsiasi aberrazione, purple fringing , anche la più evidente. Il futuro delle lenti e della qualità dell’immagine passa anche dal software. Inutile negarlo. Se quasi un chilo di vetro e metallo non vi scomoda e sapete lavorare i file con lightroom o qualsiasi altro programma analogo, questa meraviglia vintage , con le moderne mirrorless, merita un’altra occasione. La morbidezza e la delicatezza con cui riproduce i colori e le sfumature, la sua luminosità è quasi fiabesca.

Terzo Test

Ecco a voi una prova sul campo utilizzando invece una meravigliosa  Leica T con innestato il Leica elmarit 180R  , ma dall’estetica talmente moderna che sembra progettata oggi…. la focale equivalente è 270mm su APS-C F2.8, DNG lavorati in lightroom per eliminare aberrazioni e purple fringing che abbondano è bene precisare per i meno esperti… una lente pesante (1325gr) con una resa particolare con uno sfuocato pastoso , una ottima risolvenza anche a tutta apertura ma con la assoluta necessità di lavorare il file come sopra e il digitale ci aiuta molto in questo… oggetto tutto metalllo e vetro in abbondanza e si sente… dopo un’ora comincia a indolenzirsi la mano… un abbinamento che comunica molto bene, c’è un certo feeling fra questi due oggetti, da una parte il sensore strepitoso della T che regge le botte di luce a tutta apertura molto molto bene, e i colori delicati della lente ma saturati dal processore d’immagine e dal sensore della T si sposano benissimo… se si pensa poi che questa accoppiata corpo – lente comprensiva di un anello adattatore non originale si trova sulle 900 euro direi che è un vero affare considerando che si tratta di materiale LEICA …. fra un po’ è la cifra che bisogna sborsare per comprarsi il mirino Leica 18mm …

Leica TL

 

La versione TL , segue la versione T del 2014 , e ha fatto la sua comparsa ad inizio 2017 con un prezzo di listino di oltre 1600 euro solo corpo, una cifra forse un po’ troppo alta se si pensa alle prestazioni delle concorrenti , spesso superiori come dotazioni e con sensori aps-c da 20/24 megapixels,  in alcuni casi perfino stabilizzati .

Avendo la Monochrom l’ acquistai per avere una macchina che scattasse sul formato digitale a colori con gli obiettivi Leica M , ma soprattutto per curiosità visto la particolarità dell’oggetto.

Questa macchina è infatti costruita in modo davvero originale, viene ricavata da un singolo blocco di alluminio e scavata tramite macchine a controllo numerico CNC .

L’altra particolarità è la lavorazione finale che nel caso della versione in alluminio non è altro che una levigatura a mano per ben 40 minuti per ogni esemplare prodotto.

Per i curiosi c’è un video che dura oltre 40 minuti in cui si mostra un addetto Leica che pazientemente si mette a lavorare questa carcassa di alluminio con lime e carta vetrata sotto ad un getto di acqua corrente… roba da non credere…

Tralasciando questi particolari davvero unici legati alla sua realizzazione ero curioso di vedere come si comportasse dal punto di vista della “qualità dell’immagine”  dal momento che inizialmente l’avrei usata con gli obiettivi delle sorellone e non con gli obiettivi Autofocus della serie TL  dedicati.

Il sensore che monta non è un full frame ma un Aps-c da 16 MP dalle qualità straordinarie.

Il sensore CMOS senza filtro AA permette facilmente di recuperare le alte luci e ha un dettaglio e una resa eccellente fino a 3200 iso, 6400 usabili ma con qualche compromesso.

Cosa salterà fuori da un summicron 50 , noto per essere tra i migliori, se non il miglior 50 mm mai prodotto su un sensore che ne sfrutta solo la parte centrale, cioè la parte migliore? Ora, premetto che il summicron serie V  dal punto di vista della nitidezza è qualcosa di SPAZIALE , e merita di essere agganciato all’incredibile sensore senza matrice RGB della Monochrom, che è una delle poche Leica in grado di esaltarne le caratteristiche di microcrontasto e risolvenza senza che l’immagine sia compromessa dall’algoritmo di demosaicizzazione della matrice di Bayer del resto dei sensori in commercio.

Detto ciò passiamo alle immagini, tenendo presente che sono state realizzate sia col summicron 50 suddetto, sia con l’elmarit 28mm versione 4 pre asferico, lenti di una ventina di anni fa per intenderci….

Per prima cosa sono saltato in bici e mi sono diretto verso l’edificio diroccato vicino a casa mia dove vado a testare tutte le macchine,  gli obiettivi che possiedo appena mi passano per le mani.

La prima cosa che noto è la facilità con la quale si può sfruttare la messa a fuoco millimetrica del summicron che diventa un 75mm F2  (su pieno formato equivarrebbe ad un F3 come profondità di campo) , tramite il FOCUS AID , una funzione che si attiva tramite una delle due rotelle e permette di ingrandire il particolare X3 o X6 , stessa cosa per l’elmarit 28 che diventa uno strano 42mm F2.8 , una specie di tuttofare .

La qualità delle anteprime ai diaframmi più performanti mi lascia davvero sorpreso e decido di portarmela dietro anche la sera per un test a tutta apertura.

Con me avevo solo il summicron 50mm,  che la piccola mirrorless non riconosce come focale essendo senza anello adattatore e senza baionetta codificata , ma se ne frega e scatta come se nulla fosse.

Avendo impostato la modalità P con AUTOISO la TL si inserisce un tempo di sicurezza di 1/100 sec e varia gli iso in base alla luce della scena e quindi in base alla ghiera del diaframma sulla lente.

 

La prima cosa che noto è la meraviglia dello sfuocato che possiamo regolare a piacimento col fuori fuoco . Per chi viene dal mondo della pellicola o dalle reflex questi giochi di luce sono uno spettacolo che vale i soldi spesi per l’oggetto, punto e basta.

La resa agli alti iso è entusiasmante anche se il summicron a tutta apertura aiuta e parecchio visto che oltre a far entrare un sacco di luce, mantiene una nitidezza senza incertezze e SOPRATTUTTO perchè con il FOCUS AID si può mettere a fuoco con precisione il particolare voluto.

Un dubbio mi assale….. il futuro è mirrorless. Il sistema M vacilla…

Troppi vantaggi….

Adoro i colori di questa piccola meraviglia , mi ricordano la resa delle pellicole negative fuji  a colori …

Detto ciò mi piacerebbe capire cosa è passato nella mente al progettista del software che gestisce la TL quando non ha messo la possibilità di scattare solo in DNG… e difatti mi tocca tenermi i DNG e i Jpeg per ogni scatto.. il che non ha senso dal momento che la macchina si rallenta e non è un “fulmine di guerra” , diciamocelo…

Come non capisco perchè non si può disabilitare l’autopreview dopo lo scatto, o meglio continua a farti vedere la foto scattata anche se metti OFF alla preview….

Nonostante abbia installato l’ultima versione di firmware disponibile, la 2.2.

Bug noiosi che in 10 minuti uno sviluppatore di software risolve… assurdo..

Poi leggo che la TL2 ha la possibilità di scattare solo in DNG…. ma allora mi prendete per il c..  !

Insomma alla fine sopravviverò anche al complicatissimo Menù touchscreen e con un attenta lettura del manuale riuscirò anche a connetterla al mio smartphone e comandarla con la sua app android o alla rete WIFI di casa… forse… ma mi toccherà tenermi gli inutili file jpeg…. misteri Leica….. c’è poco da fare o si ama o si odia…..

Il test Continua… ho strapazzato la TL e il Summicron 50 versione V nella peggiore delle situazioni…poca luce ambiente… picchi di luce intensa e massima apertura….

Non vi nascondo che a tutta apertura è stata dura tenere a bada l’aberrazione cromatica e sopratturro il Purple fringing.   Appena trovata la combinazione giusta tra le impostazioni di lightroom sono riuscito a togliere praticamente tutti i problemi applicando un  Preset ad ogni foto scattata ad F2, con piccoli aggiustamenti…

Nei casi più estremi ho dovuto abbassare anche la saturazione allo slider del viola e del magenta… devo dire specialmente sul viola si registravano i maggiori problemi…. però che lente ragazzi e che colori!!!!

 

Dopo un anno decisi di acquistare la Leica CL e commisi il grave errore di venderla… così dopo qualche mese ne ricomprai una, la versione T, identica ma con 16gb di memoria invece di 32gb….