Swaziland

 

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Ma dov’è lo Swaziland?

… me lo sono chiesto la prima volta che me lo hanno detto…
3 settimane in Swaziland, a nord del sud Africa, il paese che ha la maggiore percentuale di malati di HIV nel mondo, calcolata sulla popolazione.
Fonti non ufficiali parlano di oltre il 50% della popolazione, il
governo si affanna a nascondere questo dato, esultando per “solo il 26
%” …
Quello che ho visto là non lo posso raccontare solo con le parole…
eravamo ospiti di una missione nel sud del paese, un miracolo di
quelli che capita di vedere una volta nella vita.. una scuola con 800
bambini, un ambulatorio per i malati, un aiuto concreto per chi non ha
niente e in più flagellato dalla piaga dell’AIDS.
Continuamente vengono a chiedere aiuto.. bambini, ragazzi e ragazze
sieropositivi, coi genitori morti di AIDS, vivono coi nonni ma non
hanno soldi per vivere, per studiare, per mangiare.
Una ragazza che portava una lettera.. c’era
scritto che suo padre era morto di AIDS, sua madre quando si era
accorta di essere positiva si era impiccata, adesso viveva col nonno
ma aveva saltato un anno di scuola perchè non aveva soldi per
l’iscrizione…
E così ogni giorno..
Siamo andati a prendere i sieropositivi, sfiniti, deboli, ammalati,
nelle loro case, in mezzo al nulla, col fuoristrada.. li ho messi sul
pickup di peso, non si piegavano… visto che per ogni malato dovevamo
scendere in strade impossibili abbiamo fatto tardi e un uomo ci
aspettava sulle stampelle da 2 ore, fuori da casa sua , vicino a dei
panni stesi.. testa in basso, ma non mollava, piantato su quei 2 pezzi
di legno imbullettati l’uno con l’altro… mezz’ora per tirarlo su…
Siamo arrivati all’ospedale e la sala d’aspetto per i malati di AIDS
era strapiena, 2 dei nostri non sono stati accettati, non c’era più
tempo per fare le analisi…torneranno la settimana prossima.. se ci
arrivano..
Abbiamo visto i bambini pranzare alla mensa della scuola, le ciotole
pulite coi diti, polenta e broda di fagioli…… sono entrato nelle
case della gente che ci ringraziava… “grazie a voi italiani che ci
avete dato tutto, ci avete insegnato tutto quello che sappiamo,ci date
da mangiare, thankyou, thankyou, thankyou” naturalmente si riferivano
alle missionarie….sul fuoco se va bene un pezzo di pollo sulla
brace quando si festeggia alla domenica, sennò una pannocchia…. ma
anche il mais
quest’anno è stato difficile da coltivare, poche pioggie..
Ho visto le suore missionarie che lavorano per queste persone,
instancabilmente, senza sosta, fino all’esaurimento totale delle forze
per un sorriso, per cercare di accontentare tutti, per dare un po’ di
sollievo, per dare un po’ di speranza. Mai visto persone così, non
sono di questo pianeta..
Ho visto madri coi bimbi in attesa di essere vaccinati… anziani
ubriachi fradici che dalla disperazione spendono i pochi soldi
nell’alcool invece di comprare qualcosa da mangiare per i
nipoti,orfani…
eppoi silenzio , ma un silenzio di quelli che senti il fischio delle
orecchie, il sangue che pompa.. .. campagne, terreni fertili, mucche,
galline, vento e sassi, terra rossa come il tramonto, il sole che
diventa una palla gialla all’orizzonte mentre vengono distribuiti gli
aiuti del WFP, le giornate corte , il buio che viene veloce come un
lampo , le stelle che non conosco, brillanti come lampadine lontane ma non poi così tanto, sembra di toccarle… la via lattea come una strisciata di colore azzurro nel cielo nero, costellazioni sconosciute a noi europei, la croce del sud che indica la missione mentre la sera ci incamminavamo verso il refertorio dove le suore cucinavano per noi… i bambini le loro urla di gioia , la semplicità della vita che si sviluppa e che abbiamo visto in tutte le sue fasi…
la povertà, l’amore ricambiato… la gente che muore , una bambina
cieca da un occhio, un’altra con le croste in testa per via dell’AIDS,
coperte da un cappellino azzurro che nasconde le garze…
Il sole come una stella, come una speranza ,mentre un bambino cerca di
acchiapparlo…presto che scappa….
In Chiesa mentre la gente canta vedo sbucare fra le teste una statua della Vergine che mi guarda, si guarda me.
la vita, la vita, la vita…… gia i soliti discorsi…

mi sono azzerato… riparto da qui..

Leica MR Telyt 500 F8 CATADIOTTRICO

Ho recentemente provato la SL2 con questa lente , purtroppo con questa focale e le temperature che ho trovato la foto risente molto del riverbero e l’aria calda che sale fa perdere molto micro-dettaglio in lontananza. Rimane però una lente assolutamente straordinaria in grado di creare geometrie ed effetti ottici molto interessanti. Difficile però che si riesca a sfruttare tutta la risoluzione del sensore da 47 mp. Probabilmente il 24mp della SL sarebbe già più che sufficiente. Rimane però di straordinaria utilità la possibilità di avere un 500mm stabilizzato in 12.5cm di lunghezza.

… mi son detto adesso metterò in crisi lo stabilizzatore della SL2  col 500 TELYT F8 a mano libera…. Per dirvi normalmente col 500mm senza cavalletto è da pazzi…se blocchi il respiro e appoggi il peso del corpo e dell’ottica con i bracci sul torace per rendere più stabile l’accoppiata anche il battito cardiaco fa muovere l’immagine su e giù tipo oblò in tempesta e se ingrandisci per migliorare la messa a fuoco nel mirino pare ci sia una centrifuga a 1000 giri dentro…. 1/250 sec roba da ragazzi… 1/160 sec regge sempre… 1/125 sec 4 su 5 , 1/80 sec. 3 su 4 … 1/50 sec. 2 su 3… insomma è finita che il culo me lo ha fatto a me… questo coso regge anche 1/50 sec a 500mm  ….Se producono una CL2 con lo stabilizzatore sarà dura batterla….

Con Leica CL, mano libera si hanno invece 750mm equivalenti. Per chi non lo sapesse i catadiottrici(a meno di qualche eccezione) hanno un solo diaframma, in questo caso F8 . Tempi di sicurezza sarebbe opportuno rimanessero senza stabilizzatore attorno a 1/1000 sec.
Col digitale mirrorless è possibile ridare vita a queste lenti particolarissime che necessitano di una messa a fuoco millimetrica e possibilità di salire con gli iso. La particolarità che salta subito agli occhi è il caratteristico bokeh a ciambellina dovuto alla parte centrale della lente frontale che contiene uno specchio che serve per far rimbalzare l’immagine e la quasi assenza di aberrazioni e purple fringing.

La Risoluzione a video e la Stampa

Vorrei fare un esempio per far capire “quantitativamente” la differenza tra le potenzialità delle nostre macchine fotografiche ed il reale utilizzo che ne facciamo quando utilizziamo il web e il monitor. Ho scritto “quantitativamente” per evitare che questo discorso venga confuso con “emotivamente”, “esteticamente”, che non è quello che voglio affrontare. Quando osserviamo una stampa riusciamo a cogliere un sacco di particolari che ci erano sfuggiti a monitor…perchè? Semplice, perchè ce ne sono di più e li vediamo contemporaneamente. Un modo per far comprendere la sensazione di ricchezza di dettagli che si prova osservando una stampa rispetto ad un monitor è quello di rappresentarli entrambi come un’area che abbia la stessa unità di misura: il pixel. Ora considerate che la maggior parte degli utenti utilizza una tecnologia di visualizzazione full HD 1920×1080 e ci stiamo avvicinando ai monitor 4k (8mp, equivalenti alla risoluzione di una macchina fotografica di 10 anni fa) … ma pensate che per riuscire a visualizzare per intero un’immagine di un sensore da 24mp 6000×4000 dovremmo aspettare i monitor a 8K che attualmente misurano diversi metri di diagonale ….gli attuali monitor top di gamma dell’IMAC a 5k non riescono a visualizzare per intero nemmeno una foto da 9 megapixel avendo solo 2880 pixel per altezza. Per godere dei dettagli di una foto a monitor dovrete guardarla un po’ per volta… adesso circolano già sensori da 50mp e 100mp …. fate le vostre considerazioni…

Leica Elmarit-R 180mm F2.8 Prima Versione

Alcuni dati presi da Leica-Wiki

  • Order no. – 11919 . LLC – 187
  • Production era – 1966-1979 < 17,000 lenses
  • Variants – 1, 2 or 3-cam, ELC & ELW versions
  • Number of lenses /groups – 5 / 4
  • F stop range – f/2.8 – f/22
  • Closest focusing distance – 1.8 m / 5.91 ft
  • Smallest object field –
  • Diaphragm setting /type – 8-blade
  • Angle of view diagonal – 14 degrees
  • Filter type – Series VIII + 14165
  • Accessories – Filter-ring: 14165
  • Materials –
  • Dimensions (length x diameter) –
  • Weight – 1325 g /2.92 lb
  • Inscriptions – ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ CANADA 2XXXXXX
    ELMARIT-R 1:2.8/180 LEITZ WETZLAR 2XXXXXX

180mm f/2.8 Elmarit-R  Serial Numbers

SN Start SN End Product Year Total
2161001 2161500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1966 500
2226001 2226500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1967 500
2247901 2249900 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.2-cam) 1967 2000
2280851 2283350 180mm f/2.8 Elmarit-R 1968 2500
2354301 2356300 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1969 2000
2455501 2457500 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1970 2000
2498101 2499100 180mm f/2.8 Elmarit-R 1971 1000
2511601 2512600 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1972 1000
2542501 2543500 180mm f/2.8 Elmarit-R 1972 1000
2673201 2674200 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2698601 2699600 180mm f/2.8 Elmarit-R (2-cam) 1974 1000
2753051 2754050 180mm f/2.8 Elmarit-R (3-cam) 1975 1000
2838801 2839800 180mm f/2.8 Elmarit-R (ELW.3-cam) 1977 1000
2913101 2913600 180mm f/2.8 Elmarit-R 1978 500
TOTAL ASSIGNED SERIAL NUMBERS 1966-1978 17,000

Volevo un tele vintage per fotografare le colline toscane e fare qualche ritratto con la CL e la R8 ed ho acquistato un 180 R 2.8 3 camme del 1974, che credo non sia mai stato usato…

Forse chi l’aveva comprato l’aveva preso in mano la prima volta e dopo un’ora di uso un’ernia inguinale l’ha costretto a rimetterlo nel cassetto…. Non è il cugino militare APO , ma con il mirino elettronico della CL e le correzioni di Lightroom ,questo quarantenne devo dire che lavora sorprendentemente bene. Il peso non è indifferente ma per qualche uscita saltuaria con monopiede può dare grandi soddisfazioni. I DNG sono stati lavorati su lightroom. La CL col suo adattatore originale riconosce e associa il profilo delle lenti R con le correzioni di base. Nonostante tutto per gli scatti a F 2.8 sono intervenuto per togliere aberrazione e purple fringing che si manifestavano nelle zone di forte contrasto a TA, ed ho ricalcolato la maschera di contrasto . Creata la “formula di correzione” basta applicarla a tutte le foto e spariscono i difetti, questo fa capire quanto il digitale e i software di correzione delle lenti sono e saranno sempre più il campo di battaglia dei nuovi progettisti . Quasi tutti gli scatti a F2.8 , notare che su CL si parla di un 270mm equivalente dato che il sensore è un APS-C .

Secondo test.   I segreti del BOSCO.

Test Leica 180R montato con adattatore originale e riconoscimento del profilo lente su Leica CL.  Nel cuore dell’appennino pistoiese abbiamo percorso il sentiero CAI 136 che passa anche dal castello della Sambuca Pistoiese. Grazie all’eccellente mirino elettronico con ingrandimento 6x è possibile mettere a fuoco in maniera agevole, coadiuvati dal Focus Peaking che esalta i particolari a fuoco della ridotta profondità di campo quando lavorate alle massime aperture. Tutti gli scatti sono effettuati tra F2.8 e F3.2 , un click più chiuso. Posso dirvi che con i DNG prodotti dalla Leica e Lightroom potete annullare qualsiasi aberrazione, purple fringing , anche la più evidente. Il futuro delle lenti e della qualità dell’immagine passa anche dal software. Inutile negarlo. Se quasi un chilo di vetro e metallo non vi scomoda e sapete lavorare i file con lightroom o qualsiasi altro programma analogo, questa meraviglia vintage , con le moderne mirrorless, merita un’altra occasione. La morbidezza e la delicatezza con cui riproduce i colori e le sfumature, la sua luminosità è quasi fiabesca.

Terzo Test

Ecco a voi una prova sul campo utilizzando invece una meravigliosa  Leica T con innestato il Leica elmarit 180R  , ma dall’estetica talmente moderna che sembra progettata oggi…. la focale equivalente è 270mm su APS-C F2.8, DNG lavorati in lightroom per eliminare aberrazioni e purple fringing che abbondano è bene precisare per i meno esperti… una lente pesante (1325gr) con una resa particolare con uno sfuocato pastoso , una ottima risolvenza anche a tutta apertura ma con la assoluta necessità di lavorare il file come sopra e il digitale ci aiuta molto in questo… oggetto tutto metalllo e vetro in abbondanza e si sente… dopo un’ora comincia a indolenzirsi la mano… un abbinamento che comunica molto bene, c’è un certo feeling fra questi due oggetti, da una parte il sensore strepitoso della T che regge le botte di luce a tutta apertura molto molto bene, e i colori delicati della lente ma saturati dal processore d’immagine e dal sensore della T si sposano benissimo… se si pensa poi che questa accoppiata corpo – lente comprensiva di un anello adattatore non originale si trova sulle 900 euro direi che è un vero affare considerando che si tratta di materiale LEICA …. fra un po’ è la cifra che bisogna sborsare per comprarsi il mirino Leica 18mm …

Leica Telyt-R 350mm F4.8

Sono un felice possessore del fantastico sistema Leica R con una Leica R8 e avendo testato sul campo la qualità straordinaria dei suoi obiettivi ho deciso di prendere un Tele con una focale importante e cioè 350mm da poter utilizzare anche sulle digitali APS-C come teleobiettivo dalla focale di 525mm equivalenti .

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Solido robusto, non molto pesante nonostante la focale e di sostanza che trovo magnifico per diversi aspetti: il primo è sicuramente la costruzione, nonostante sia un oggetto progettato 40 anni fa sembra ancora oggi appena uscito dalla catena di montaggio in Germania. Linea moderna , paraluce telescopico , supporto per cavalletto robustissimo e ruotabile, uno strumento che trasmette una sensazione di professionalità e qualità.  Avendo già una misura di 180mm coperta dall’Elmarit-R 180 F2.8 R ho deciso di raddoppiare i millimetri per evitare focali troppo vicine e così la scelta è ricaduta sull’obiettivo sopracitato scavalcando il Telyt-R 250 F4  e scartando la focale 560 mm F 6.8 per la dimensione davvero esosa della lente.

Mi sono innamorato di questa lente dopo aver letto l’esaustivo e completissimo articolo di Marco Cavina in merito. Questa lente è uno degli ultimi progetti del grande progettista ottico Mandler e rappresenta lo spartiacque tra i sistemi a lenti tradizionali e i nuovi schemi con vetri a bassa dispersione che verranno adottati sui tele a partire dagli anni ’80. La lente costava nel 1980 la bellezza di 7.700.000 lire circa e rappresentava un investimento davvero importante per l’epoca .

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Si poteva accoppiare perfino con il duplicatore 11236 per ottenere una focale equivalente a 700mm con una perdita di 2 STOP di luminosità. Il duplicatore in questione, equipaggiato con il vetro dei celeberrimi obiettivi Leica Noctilux ,  costava, reggetevi forte, la bellezza di 2.300.000 lire e, se acquistato  insieme al teleobiettivo raggiungeva la cifra di 10 milioni di lire tonde ,tonde, praticamente il costo di una Volkswagen Golf  nel 1980.

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Questa lente, prodotta in soli 2600 esemplari secondo me rappresenta la scelta ottimale se cercate una focale tra 250mm e 500mm soprattutto per chi come me possiede i sistemi digitali Leica , in particolare il sistema con attacco L-mount.  Su CL questo bazooka tedesco montato con opportuni adattatori si trasforma in un 525mm equivalente grazie al crop del sensore APS-C . Se avete l’adattatore originale potrete accedere al menù della macchina e far applicare le correzioni e i dati exif ai vostri scatti.

Per semplificare si potrebbe dire che  questa lente rappresenta il massimo ottenibile con le lenti non ED (a bassa dispersione) , una sorta di nonnino palestrato che fa la break-dance in mezzo ai giovincelli . Non essendo una lente con schema Apocromatico ha bisogno di correzioni su aberrazione e purple fringing in post produzione , ma avendo ottenuto ottimi risultati con il mio  Elmarit-R 180 sapevo che avrei potuto correggerlo senza particolari problemi e mi sono semplicemente creato una preimpostazione su Lightroom , devo dire con risultati sorprendenti perfino su un sensore denso come quello della CL , che ricordo essere più denso di pixel di una SL2 . Quindi con un click si aggiusta tutto, anche aberrazioni importanti ed evidentissime nei controluce estremi.

Vi mostro alcuni scatti con l’aggiunta dei crop 100% del Leica 350 Telyt R su CL , adattatore e monopiede, diaframma da F5.6 a F8 da 1/1000 a 1/16000 sec controluce. Iso fino a 2000 in caso di mancanza di sole e verso le ore tarde del pomeriggio. Focus peaking e ingrandimento del punto di messa a fuoco attivi.

Il dettaglio a 525mm equivalenti risulta davvero notevole. Tutte le foto sono state lavorate con Lightroom partendo dal dng e applicando correzione aberrazione automatica e manuale e maschera di contrasto con un preset creato apposta e applicato a tutte con piccole variazioni a seconda delle scene.

Ho notato che a 525mm equivalenti (350mm x 1.5 dato dal fattore di crop del sensore aps-c) alcune scene con inquadrature a lunga distanza mostrano  il riverbero dovuto all’aria calda che sale creando una sorta di effetto “miraggio” .

Questa lente , ribadisco, grazie alla possibilità di correzione di aberrazioni ottiche anche importanti offerta dai moderni software di postproduzione e alle nuove mirrorless con sensori performanti, è sia uno strumento potentissimo ma allo stesso tempo molto impegnativo da usare visto che per evitare il mosso si deve scattare con tempi inferiori a 1/640 sec anche su monopiede . Su sensori densissimi come su CL consiglierei di scattare con tempi inferiori a 1/1000 sec.

I risultati migliori secondo le mie prove li ho ottenuti con diaframma da F6.3 a F8 e tempi di scatto di 1/1000 sec. su cavalletto.

Premetto che questa lente mi ha fatto venir voglia di fare qualche scatto anche alla fauna selvatica e allora per la prima volta mi sono cimentato in questo genere fotografico con un po’ di dubbi sul risultato . Mi sono recato con un amico in un parco attrezzato con capanni per l’osservazione degli animali . La giornata era nuvolosa e solo per poco tempo è uscito un pochetto di sole permettendomi di abbassare gli iso .

Questi scatti  sono stati effettuati con Leica CL ,adattatore e Leica Telyt-R 350 a 525mm equivalenti , da F5.6 a F8 , tempi 1/640sec iso da 200 a 2500 , fuoco naturalmente manuale con focus peaking e ingrandimento , files lavorati con Lightroom .

I files erano talmente buoni che mi hanno permesso anche crop del 50% ricalcolando la maschera di contrasto per la nuova dimensione.

Grazie a Paolo Pratesi per la compagnia e per avermi portato in questo affascinante ambiente naturale.

Devo inanzitutto dirvi che grazie agli ausili delle moderne mirrorless dotate di mirino elettronico mettere a fuoco manualmente con questi “cannoni” è davvero molto facile , certo non su scene dinamiche, ma su scene con un soggetto fermo o in un punto preciso  la nitidezza  è perfettamente dove vogliamo che sia. Semplicemente fantastico… anzi , per conto mio incenerisce per praticità e quantità di buoni  risultati  qualsivoglia macchina fotografica col classico sistema reflex anche autofocus.

Col duplicatore di focale 2X e con 1,5 X di fattore di crop APS-C quindi a  1050 mm il gioco si fa duro…naturalmente è tutta una scommessa , però , la possibilità di salire di iso senza troppi effetti collaterali di Leica CL ha permesso di scattare a F8 + 2 stop di duplicatore , quindi siamo a F16 , 1/1000sec portando a casa gli scatti anche a 4000/5000 iso….. assolutamente cavalletto o monopiede….

 

 

e infine la prova della Luna….

Ho messo il 350 Telyt sul cavalletto con duplicatore 2X, anello adattatore , impostato il diaframma a F8 , regolato i tempi a 1/160sec e iso 100 per avere la maggior nitidezza possibile. La messa a fuoco devo dire che è difficilissima e basta meno di un millimetro di spostamento della ghiera di MAF per perdere nitidezza… Sequenza di foto a intervalli di 5 secondi per evitare di avere un micromosso premendo il pulsante di scatto.

Mancavano 2 giorni alla super Luna ma il cielo era limpidissimo. Ho anche effettuato alcuni scatti il giorno esatto ma il cielo non era limpido e i risultati sono stati inferiori.

Allego qui il migliore lavorato con Lightroom .

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Leica Super-Vario-Elmar-TL 11–23 f/3.5–4.5 ASPH

Dopo aver acquistato il Vario-Elmar-TL 18–56  e l’APO-Vario-Elmar-TL 55-135 ho deciso di ampliare le focali del sorprendente sistema T  TL  CL  con il Super-Vario-Elmar-TL 11–23 f/3.5–4.5 ASPH.

A dire il vero il piccolo 18-56 mi aveva davvero accontentato ma essendo un amante delle focali ultragrandangolari non ho potuto resistere alle nuove focali e mi sono deciso. Non so proprio da che parte cominciare….. mi immagino che tutti vorrebbero sapere se una lente con queste focali equivalenti, che ricordo essere 16,5mm – 35 mm , sia anche nitida… e vi accontenterò subito: è nitida, molto nitida, più di quanto mi sarei aspettato, ma considerato la qualità degli altri due zoom non poteva che essere così.

Negli anni ho avuto la fortuna di maneggiare delle bellissime lenti grandangolari,  fra le più performanti mai prodotte, ricordo con piacere il Distagon 40mm CF su Hasselblad CM, il Leica Super Elmar 18mm , il Nikkor 14-24 2.8 su D800 che francamente ho sempre considerato uno dei migliori zoom ultragrandangolari in commercio, in grado di superare anche le lenti fisse Nikkor per nitidezza e risolvenza a tutte le focali equivalenti. Il problema del nikkor 14-24 che poi mi ha portato alla sofferta decisione di rivenderlo è stato il peso , l’ingombro e quella semisfera di vetro gigantesca anteriore che usciva addirittura dall’ingombrante paraluce creando spesso dei flare difficilmente recuperabili. Ho semplicemente valutato quante volte lo lasciavo sullo scaffale invece di portarmelo dietro a causa del suo peso e del volume che mi occupava nella borsa.

Capirete quindi che le aspettative erano alte e la possibilità di rimanere deluso idem…. diciamo che l’asticella era ben piazzata in alto… ma in soccorso arriva la soprendente CL e l’altrettanto mitica T di leica col suo sistema progettato per lenti e sensori da oltre 60 linee/mm.

Lo zoom si presenta con un’ ottima costruzione , l’esterno tutto in metallo, compatto e con la parte anteriore di 2 cm circa più larga rispetto al corpo della lente. Focheggiando lo zoom si allunga , questo scopre il suo interno come un collo di metallo che si allunga di qualche centimetro, nulla di preoccupante , anche perchè la costruzione impeccabile e robusta già l’avevo testata sulle altre due ottiche TL in mio possesso. La ghiera è fluida ma stabile , non si allunga anche tenendolo appeso, diversamente da altri zoom più economici.

Viene fornito del suo paraluce , stabile , che protegge la lente frontale da indesiderati flare.

Una curiosità appena si prende in mano si nota che quando è nella posizione più compatta la focale diventa un 23mm e non un 11mm… se si vuole passare alla focale minore si dovrà allungare, che è un po’ il contrario di quello che succede con gli altri zoom.

Quando si apre e si chiude si sente lavorare le guarnizioni che tengono ben sigillato il tubo che rientra e fuoriesce evitando infiltrazioni di polvere.

L’autofocus lo trovo veloce e preciso e non ho mai avuto difficoltà ad agganciare i soggetti.

Quello che ho imparato negli anni con queste lenti così spinte è che padroneggiare la messa a fuoco non è così immediato e vi spiego il perchè.

Quando portate la lente alla focale di 11mm (16,5mm equivalenti) si ha un angolo di campo di circa 103° e la scena inquadrata si allarga sul lato lungo e su quello corto fino ad includere oggetti che sono molto vicini o molto lontani dal punto dove andiamo a mettere a fuoco genericamente e che si trova al centro del mirino. Questo porta il fotoamatore meno esperto a focheggiare più lontano di quello che andrebbe fatto  sbagliando i limiti la profondità di campo necessaria ad inquadrare tutta la scena o parti di essa.

Questo errore di messa a fuoco si ripercuote specialmente sui bordi estremi e fa credere che la lente non sia abbastanza nitida ai confini dell’immagine ma non è assolutamente così.

Con un po’ di pratica notai che se focheggiavo nel punto più vicino che rientrava nell’inquadratura e facevo lavorare la lente con i diaframmi più adeguati per avere una profondità di campo che includesse i bordi e i soggetti in primo piano,  le prestazioni generali ai bordi della scena aumentavano esponenzialmente. Il risultato è facilmente ottenibile con qualsiasi ultragrandangolare e questo piccolo gioiellino necessita della stessa accortezza nella messa a fuoco.

Per quanto riguarda le prestazioni generali io ho una visione molto pratica , legata soprattutto alla capacità o meno che ha una lente di essere lavorata col programma di postproduzione che uso quasi esclusivamente , in questo caso Adobe Lightroom.

Come tutti i files .DNG che escono dalla mia attrezzatura Leica riesco a lavorarli in maniera scrupolosa ed affinare anche il microcontrasto in maniera molto precisa. In sintesi vi posso dire che la lente non vignetta , non ha distorsioni parassite dal momento che  vengono corrette dalla macchina che naturalmente assegna un profilo lente incorporato….  non ha purple fringing residuo, non ha flare indesiderati o aberrazioni rimanenti dopo i soliti interventi di postproduzione minimi che applico ad ogni foto del mio archivio. Anche ad 11mm non mostra debolezze sugli angoli estremi e chiudendo il diaframma già da F6.3 ad F8 si hanno gli angoli estremi completamente nitidi  in quasi tutte le situazioni senza sfrangiature o sdoppiamenti. Ha una messa a fuoco minima di soli 20cm e lo sfuocato che produce non è affatto male.

Naturalmente la caratteristica che vado cercando in una lente del genere non è lo sfuocato ma la nitidezza da bordo a bordo e  proprio per l’utilizzo che intendo farne… foto di interni,  paesaggistica .

La resa dei colori è molto moderna , brillante , intensa. Un altro grande vantaggio che ha questa lente rispetto ai grossi equivalenti per full frame è la possibilità di montare filtri senza vignettare . Io ad esempio odio i paraluce e i tappi e mi sono abituato da sempre ad avere la macchina fotografica con la lente montata subito pronta all’uso nella borsa per cui ho installato su tutte una buona lente UV, consiglio B+W MRC 010 Slim. Ma vanno benissimo anche Multicoated Hoya o Marumi.

Non ho mai riscontrato percettibili cali di qualità con i filtri montati, o particolari effetti collaterali nella maggior parte delle situazioni tranne in situazioni di scarsa luminosità e una forte luce puntiforme nella scena che a quel punto si sdoppierà. Preferisco però una protezione aggiuntiva sulla lente per evitare polvere , graffi o urti.

I tappi delle lenti Leica TL sono curvi sulla parte anteriore invece di essere piatti e ciò rende impossibile appoggiare la lente su un tavolo senza farla vacillare pericolosamente… per me inutilizzabili…

Ma veniamo ai test sul campo… ho utilizzato la lente su Leica T col suo sensore da 16mp e devo dire che la presenza del mirino opzionale visoflex da veramente una mano nel comporre la scena tenendo le linee cadenti dritte grazie alla possibilità di abbassare la macchina e tenere l’oculare per verticale e il piano focale sempre a 90° rispetto al terreno senza sdraiarsi a terra.

 

 

 

Anche negli angoli estremi il file è robusto e dettagli come linee e piccoli soggetti non subiscono sdoppiamenti.

 

Successivamente l’ho montata su Leica CL per sfruttare la maggiore risoluzione da 24mp e ho ottenuto risultati altrettanto eccellenti.

ho poi cercato un soggetto volutamente complesso come un vecchio ponte , con zone di messa a fuoco vicine e lontane , ad 11mm e ho provato a chiudere il diaframma da F6.3 a F10…  di nuovo  tutto il frame risulta nitido e nessun effetto collaterale da registrare…

 

le prove continuano…

Leica APO-Vario-Elmar-TL 55-135 F 3.5-4.5 ASPH

Il 55-135 APO è sostanzialmente l’equivalente di uno zoom 80-200 su pieno formato.

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Quella sigla APO , sta ovviamente per apocromatico ed è presente solitamente negli obiettivi di maggior pregio e costo per via del particolare schema ottico, che presenta aberrazione cromatica in misura estremamente ridotta che si ottiene con particolari accorgimenti e vetri pregiati che possono utilizzare come in questo caso superfici asferiche.

Oltre ad essere molto nitido e risolvente, questa lente ha un bellissimo bokeh , pastoso , una resa dei colori molto piacevole, mai forzata ed una tridimensionalità tipica delle lenti Leica di fascia alta.

L’ho voluto mettere alla prova sulle colline toscane e le crete senesi e dopo i primi scatti mi sono accorto che essendo molto inciso , vista anche la densità del sensore della Leica CL  (24mp su 24mmx16mm , superiore alla densità della Q2 e della futura SL2), dovevo alzare i tempi minimi a 1/400 sec  per trarne maggior beneficio e non rischiare un micromosso che avrebbe vanificato i vantaggi di tale perfezione ottica.

Con questa lente e la CL consiglio di lavorare con la funzione auto-iso 1/3f , cioè i tempi con l’inverso della focale X 3 che la macchina si calcola da sola  in automatico.

Grazie ai passi avanti dei sensori aps-c di ultima generazione in grado di competere ad alti ISO con le sorellone a pieno formato, si riesce a gestire situazione al limite dei 3200/6400 iso senza particolari difficoltà.

Forse si sente la mancanza della stabilizzazione , obbligandoti a lavorare alla massima focale con tempi superiori all’inverso della focale e ad almeno 1/320 sec. , meglio 1/400 sec. Probabilmente la funzionalità in questione verrà implementata da Leica direttamente sul sensore delle prossime aps-c , com’è infatti l’ultima tendenza delle altre case produttrici …. vedremo…

Per me questa lente, assieme al 18-56  e alla Leica CL forma un corredo aps-c   da 28mm a 200mm equivalenti …. come qualità e nitidezza ha superato perfino la d800 col 70-200 VR 2.8… e sta tutto in una borsina.

La pellicola universale

Esiste una pellicola tuttofare? Una pellicola Universale? Buona per sensibilità che vanno da 200 asa a 1600 asa? E magari anche economica? Se esistesse sarebbe davvero fantastico….

Da anni utilizzo la pellicola Fujifilm C200.  Non solo perchè è economica ma perchè ha una qualità davvero ottima, una tonalità davvero particolare, con una caratteristica dominante verde/fredda che specialmente d’estate risulta molto piacevole.

Il problema di questa pellicola è lo sviluppo industriale. Mi spiego… se fate sviluppare questo tipo di pellicola da studi o laboratori che si avvalgono di laboratori industriali capiterà molto spesso che questo film venga davvero maltrattato.

Viene considerato dai laboratori un prodotto di fascia economica pertanto tendono a svilupparlo nel macchinario peggiore, con chimici esausti e con meccanica non efficiente.

Il risultato è uno sviluppo con macchie, dai colori orribili, spenti e con graffi dovuti a rulli di trascinamento bloccati…

La verità è ben diversa.

La fuji C200 è la pellicola negativa a colori con il rapporto qualità/prezzo migliore del mercato. La potrei considerare un mezzo miracolo…

Se esposta a 200 asa è in grado di regalare colori bellissimi , specialmente sui verdi da il meglio di sè… ma la si può anche tirare di uno , due e tre stop…

per avere con un unica pellicola sensibilità che vanno da 200 asa a 1600 asa !!!

Naturalmente bisogna compensare lo sviluppo dei chimici colore con tempi più alti e questo può essere un problema coi laboratori industriali….. come dicevo in precedenza..

Personalmente , nel mio laboratorio ho fatto centinaia di sviluppi di questo film alla sua sensibilità nominale e recentemente ho provato anche i tiraggi.

Vi faccio vedere alcuni esempi di fuji c200 tirata a 800 asa, cioè 2 stop , così capirete perchè questo film è davvero una pellicola quasi universale… lo ZERO NEGATIVO .

Scatti effettuati con la compattina a pellicola Nikon Lite touch 150 ED che come la maggior parte delle compatte con lettura del codice DX non ha la compensazione di esposizione ma “taroccando il codice DX ” si riesce a fargli credere di aver inserito una 800 asa. Sviluppati con chimici FUjifilm presso il mio laboratorio con +2 di compensazione e scansionato con scanner professionale Noritsu da 24 mp effettivi.

L’efficienza del sistema ibrido

Ho acquistato, un po’ per curiosità , l’ultima compatta a pellicola prodotta da Nikon nel lontano 2003, il modello  Nikon Lite Touch 150 ED, con uno zoom 38-150mm , con costosi elementi asferici e lenti a bassa dispersione ED. Qui sotto la vedete nel mezzo alle sue lontane cugine di sangue blu  Nikon28ti e Nikon35ti , i due riferimenti di categoria….

 

La famiglia di compatte superzoom Nikon Lite Touch , con ottiche miniaturizzate che si acquistavano per poco meno di 300 euro nel 2003 , adesso si trovano sul noto sito di aste ebay a cifre ridicole, circa una ventina di euro, ma ne ho visti alcuni modelli molto simili , con zoom fino a 130mm o 120mm anche a 5 euro.

Il problema di queste macchinette è sicuramente la complessità della miniaturizzazione dello schema ottico e quindi la sua scarsa luminosità. Nel manuale di istruzioni venivano direttamente consigliate pellicole a 400 asa… ma facendo due conti, visto che avremo a che fare con diaframmi che vanno da F5.6 a 38mm  a F12 alla massima estensione 150mm, è facile intuire che con 400 asa saremmo sempre al limite del mosso.

La piccola compatta ha un altro piccolo problema che deriva dal suo lettore di codice DX delle pellicole,  incorporato… non ha la compensazione dell’esposizione… quindi essendo completamente automatica non è possibile sottoesporre le pellicole più comuni da 400 e da 200 asa per diminuire i tempi di scatto…  per ovviare a questo basterà modificare manualmente i codici DX delle pellicole seguendo questo schema … vi basterà grattar via la vernice con un temperino o aggiungere un pezzo di nastro adesivo a seconda del tiraggio che vorrete effettuare.

 

Create le pellicole “dopate”  non ho avuto problemi in fase di scatto e nonostante il tiraggio  il risultato è stato più che soddisfacente, anche a 150mm …

ecco alcuni esempi di rollei retro 400s tirata a 1600 asa e sviluppata in rodinal 1+25 20 min . Alcuni di questi scatti sono stati effettuati a 150mm F12 , come il primo delle balle di fieno…

 

Le pellicole sono state sviluppate e scansionate nel nostro laboratorio con uno scanner Noritsu che ha una risoluzione effettiva di 24 mp.

Come potete vedere anche con una piccola compatta a pellicola e un po’ di iniziativa si riescono ad ottenere risultati  che lasciano per lo meno riflettere sul potenziale del sistema ibrido pellicola e scansione professionale.

Santorini

Vorrei raccontarvi la nostra esperienza di viaggio a Santorini e darvi qualche consiglio su come passare una vacanza tipo di 7 giorni sull’isola.

Se siete appassionati di fotografia il primo consiglio che mi sento di darvi è “less is better”, portatevi una compatta tuttofare e vivete felici… al massimo una reflex con uno zoom 28-70  o due compattine di qualità con obbiettivi fissi sarebbero il top. Io ho optato per una Nikon coolpix A con 18mm F2.8(un 28mm equivalente sul formato 35mm) e una Leica TL con un summicron 50 che su APS-C equivale ad un 75mm F2, un medio tele luminoso. Diciamo che col senno di poi non mi sono pentito della scelta e ho sopportato anche il peso EXTRA senza sacrificio.  Essendo un appassionato di panorami avevo portato anche un piccolo cavalletto e una Pocket-Pano, una testa panoramica con punto nodale calcolato per la Coolpix A e il suo 28 equivalente per comporre facilmente dei paesaggi panoramici ad altissima risoluzione. Il cavalletto e la leggerissima testa panoramica li portavo con me solo alla sera, per il resto del tempo rimanevano in albergo/appartamento rendendo più leggero il corredo fotografico. Altro consiglio che vi do: portatevi dei sandali di gomma tipo Crocs che potete portare anche in acqua senza che vi escano dai piedi. Lasciate a casa snickers e scarpe eleganti…  Valutate se noleggiare un auto in base agli spostamenti che avete intenzione di fare… i mezzi pubblici ci sono ma nei mesi di alta stagione rischiate di rimanere sotto al sole , sul ciglio di una strada ad aspettare un BUS pieno di gente… se avete una settimana, con un’auto  potete vedere tutte le città principali, le maggiori attrazioni e rilassarvi sulla spiaggia senza preoccuparvi degli orari dei BUS…. se avete un bimbo o due ve la consiglio… se siete in 4 , con una coppia di amici prendetela senza pensarci 2 volte… il costo varia da 200 a 500 euro per 7 giorni in base alla compagnia e alla macchina che scegliete.

Aeroporto di Peretola, sala d’aspetto Leica TL

Arriviamo a Santorini in tarda sera. Avevamo riservato un’auto da prelevare all’aeroporto ma non c’era nessun ufficio della nostra compagnia , nessun addetto con cartello e il nostro nome ad aspettarci… Ok primo problema… Telefoniamo ad un numero e con un inglese stentato riusciamo a capire che l’addetto si scusa per l’inconveniente e che la nostra macchina si trova nel parcheggio dell’aeroporto…. Non ci si può sbagliare… È gialla, piccola, aperta e con le chiavi sotto al tappetino del guidatore… Serbatoio pieno… Al telefono mi rassicurano: “prendetela pure poi domattina passiamo noi a farvi firmare il contratto al vostro appartamento” …. Una fantastica matiz giallo limone con riverniciatura a bomboletta… Parte alla prima, rumoreggia, sobbalza ma il suo lavoro lo fa… Arriviamo dopo pochi minuti a Villa Nefeli, il nostro appartamento in Perissa….

Appartamenti a Perissa ,  Leica TL

Un caldo opprimente in camera e pensiamo subito alle notti insonni che ci sarebbero aspettate, grondanti di sudore e invece 5 minuti dopo aver aperto le finestre la brezza marina rende la temperatura della camera sopportabile, anzi piacevole. Il tempo di sistemare i bagagli e la proprietaria arriva con un piatto di cocomero fresco… Usciamo e ci incamminiamo verso il lungomare strapieno di locali, pub, ristorantini di tutti i tipi…. La mattina dopo firmiamo il contratto col noleggiatore di auto sul cofano dell’auto dopo esserci dati l’appuntamento con WhatsApp e ci dirigiamo verso la spiaggia a piedi per noleggiare un ombrellone… E scopriamo che molti li offrono gratuitamente se ti impegni a consumare il pranzo nel loro ristorante… Detto fatto… Abbiamo passato una bellissima giornata… Pranzo ottimo, prezzo onesto, acqua pulitissima, spiaggia non affollata, mare calmo adatto anche ai bambini.. La sera dopo una bella rosolatura alla schiena e ai piedi(non dimenticherai mai le temperature che raggiunge la sabbia nera delle spiagge di Santorini) decidiamo di andare a Pyrgos… Cittadina molto carina…. piacevole perdersi tra i vicoli e i saliscendi…

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Pyrgos, testa panoramica e Nikon Coolpix A

Le Chiesine, le terrazze che si affacciano sulle viuzze che hanno come sfondo il mare e il tramonto trasforma l’azzurro in sfumature color pesca.

Pyrgos, Leica TL

Cena mezza tragedia… Andiamo in un bar pizzeria e ci servono una pizza che sembra surgelata con l’aggiunta di qualche ingrediente extra… No comment…. Annaffio abbondantemente con una Mythos da mezzo litro per dimenticare…

Terzo giorno, obiettivo le tre spiagge segnalate dalla guida : Red beach, White beach e Black beach, le ultime due raggiungibili solo tramite barca… Arriviamo al piccolo porticciolo di Akrotiri dove imbarcarci verso le 9.30…. Scopriamo che la prima traghettata parte alle 10.30… E ci facciamo una bevuta al bar…

Leica TL

Con 10 euro a testa vi portano e vi riportano alle tre (poi scopriamo essere 2) spiagge fino alle 5 di pomeriggio, ultima corsa per tornare al porticciolo… La prima spiaggia che incontriamo è la Red beach, affollata, piccola, acqua torbida solcata dalle onde…. Non scendiamo.. Ma anzi montano pure quelli che l’avevano raggiunta a piedi(l’unica raggiungibile con 30 min di cammino) in cerca di maggior fortuna…. prezzo per i nuovi passeggeri sempre 10 euro… La beffa… Si scende e si sale al volo… Bagno assicurato… Anziani meglio evitare… Si riparte… Arriviamo alla White beach… Sostiamo a 30 metri dalla spiaggia… Cioè da una striscia di ciottoli bianchi di 5 metri di profondità e 40 di lunghezza…. La barca non attracca… Vedere ma non toccare…. la White-Fake-beach……Poi se proprio volete vi tuffate e la raggiungete a nuoto…. Per il ritorno si sta alla sorte…. Ok tutti verso la Black beach… I colori delle spiagge sono dati dalle scogliere rocciose che li sovrastano…. Rosse, bianche  e nere…

White and Black ,Leica TL

Scendiamo al volo da una scaletta mentre la barca ondeggia tra i cavalloni… Scene da sbarco in Normandia con anziana che rimane bloccata sulla scaletta…. Caviglie slogate sugli impietosi ciottoli viscidi… Ombrellone 5 euro… faccio un giro esplorativo….

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Black Beach , 6 scatti a mano libera con Leica TL uniti

Ma subito ci accorgiamo che qualcosa non va… Acqua torbida…. Cavalloni improvvisi… Spiaggia che sprofonda dopo 1 metro… Corrente che ti trascina e ti sbatacchia con forza sul ciottolame…. Dulcis in fundo mega cavallone che stende un’anziana messicana mentre la figlia torna dal baretto col cocktail in una mano e bastone da selfie nell’altra… Il bimbo trascinato pure lui…. Decidiamo di smobilitare subito… Rimontiamo su una barchetta (ne passa una ogni 30 minuti) e via al porticciolo di partenza…. Pessima esperienza…. Di sicuro non da fare con bimbo piccolo, che non sa nuotare o con anziani semoventi… Pensiamo ad un ripiego per non perdere la giornata e ci dirigiamo verso la vicina spiaggia di Vlichada…. Parcheggiamo la Matiz giallo limone e ci dirigiamo verso la spiaggia infuocata, anche perché oramai si era fatto mezzogiorno… Ombrellone sdraio, birra e paninozzo…. Acqua così, così…. Però niente cavalloni e bimbo al sicuro da onde anomale… Dietro di noi una parete rocciosa di pietra pomice scavata, anzi disegnata dal vento, una cornice originale che produce milioni di piccole pietruzze bianche galleggianti….

[Group 7]-L1000279_L1000284-6 imagesVlichada, 6 scatti uniti ,Leica TL

Sabbia come lava infuocata…. Ogni 2 minuti un bimbo piange perché prova ad attraversare i carboni ardenti, si blocca nel mezzo e si cuoce i piedini…. I genitori corrono qua e là con i bimbi in braccio piangenti… Ore 17.30 ritorno all’appartamento, doccia e partenza per Megalochori, piccolo ma delizioso paesello, ben curato, circondato da vitigni nani, campane, tetti, colori…

Cena in un ristorante chicchettone dove, per citare il cameriere, i piatti e i sapori tipici di Santorini vengono rivisitati e presentati in chiave moderna…. Petrini… Fantastica cucina….. Porzioni piccole ma sapori delicati e ingredienti di qualità… Da provare…. Astenersi amanti dei piatti abbondanti… visto l’esperienza decidiamo all’unanimità di rimanere nei prossimi 2 giorni a Perissa… Con la formula Ombrelloni +lettino+pranzo e relax per noi e i bimbo garantito…

Una sera siamo andati a vedere il tramonto dal faro di Akrotiri  , da dove si può anche vedere la cittadina di Fira e Oia  che si allungano sull’altro versante.

Il sole diventa rosso fuoco e si immerge nel mediterraneo mentre le barchine attraversano la scia luminosa solcata dalle onde marine…

Leica TL

Dopo il tramonto abbiamo cenato in uno dei ristorantini del porticciolo dove avevamo preso il barchino per i tour delle tre spiagge RED/WHITE/BLACK … ci siamo fermati al primo che abbiamo trovato, Melina’s Tavern . Abbiamo ordinato pesce e piatti tipici… nulla a che vedere con la cena al Petrini… un altro livello… decisamente più scarso, cucina poco curata… vino però delizioso versato in caraffe di alluminio ghiacciate.

La sera successiva, dopo aver passato la mattina e il pomeriggio sulla spiaggia di Perissa abbiamo salutato il nostro appartamentino e ci siamo diretti verso Fira.

Come vi accennavo all’inizio, se avete un bimbo e volete spostarvi vi consiglio di noleggiare un’ auto,  perchè i bimbi sul mare si stancano parecchio e anche una piccola dormita di 10/15′ sul sedile , nei trasferimenti, li rigenera e se gli facciamo evitare il caldo è pure meglio . Non abbiamo mai preso mezzi pubblici ma non saprei dirvi se sono puntuali e se sono pieni, di sicuro nei periodi di maggior affluenza non deve essere semplice… le strade poi sono piccole e code e file possono generare ritardi…

Arrivati a Fira parcheggiamo l’auto al parcheggio n°8 (sono numerati) e  scaricate le valigie all’hotel Thira  ci facciamo un giretto in centro. I turisti, moltissimi americani, invadono i saliscendi , i ristorantini e le jacuzzi…..durante la cammiata si gode di un ‘incredibile vista sul mare  con al centro le isole e la caldera del vulcano raggiungibile con le barche tramite le escursioni dal porto che sta più in basso.

Leica TL

Per raggiungere il porto si può usare una cabinovia o in alternativa si può scendere da una scalinata di oltre 500 scalini facendo attenzione ai “ricordini” lasciati dai muli. L’incredibile numero di turisti ha reso gli scalini di pietra lisci e scivolosi… il mio osso sacro ne sa qualcosa…. quindi fate attenzione…

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Fira, 6 scatti a mano libera uniti , Leica TL

Fira è costruita sulla roccia , e si allunga sul promontorio con le sue tipiche casette bianche e le chiesine coi tetti blu.   Cena al cinese… al cinese? Caspita , dopo 3 giorni di arrosti misti e pesce ci andava di cambiare un po’ e abbiamo trovato un ottimo ristorantino dove il bimbo ci ha sorpreso… ha mangiato tagliolini alla piastra, ravioli , riso, involtini…. il mare mette appetito…

La mattina seguente siamo stati alla spiaggia di Monolithos perchè avevamo letto che fosse adatta per i bambini, infatti viene segnalata come FAMILY BEACH.

La maggior parte delle spiagge a Santorini , essendo di origini vulcaniche, sono composte da sassolini e sassotti levigati che vanno da 3mm a 10 cm e dopo 3 metri dalla riva hanno già una profondità di 2 metri. Questo vuol dire che dobbiamo sempre fare attenzione ai bimbi piccoli che non sanno nuotare , perchè rischiano di trovarsi con l’acqua alla gola dopo pochi metri .

Monolithos Beach invece è una spiaggia di sabbia fine e scura che ha una profondità di 30/50 cm per una cinquantina di metri dalla riva . Questo la trasforma in un brodo caldo e piacevole adatto quindi ai bimbi anche piccoli che non sanno nuotare. E’ pulita, ha strutture e bar dove procurarsi ombrelloni ,bibite e panini a prezzi modici.

La sera , dopo una doccetta in albergo andiamo verso Oia , altra cittadina meravigliosa… Se Fira ha un numero di turisti ancora accettabile, Oia risulta assai più affollata.

Leica TL

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Oia,  scatti con testa panoramica Nikon Coolpix A

Decidiamo di vedere il tramonto da un piccolo rudere su un promontorio , ma via  via che il sole si abbassa si riempie all’inverosimile di turisti che si piazzano su tutti i bordi, muri, tetti , anche in maniera pericolosa con la fotocamera in mano… arrivano pure dei liceali americani con bocce di vodka, panini e sacchi di ghiaccio a far bisboccia…. l’aria si fa pesa…. prendiamo i panini e ci troviamo un posto dove mangiare in pace… tanto in ogni caso non avremmo potuto vedere il tramonto se non sulle spalle di un turista….

Scendo dalla scalinata a piedi che si accendano le luci .

Prendo la testa panoramica ,la Nikon Coolpix A e scatto alcune sequenze di scatti .

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Oia, 12 scatti con testa panoramica e Nikon Coolpix A

Si fa tardi, il bimbo è stanco e ci dirigiamo alla macchina.

Primo intoppo….. noleggiare un auto può essere anche un problemino, se la batteria decide di abbandonarci…. chiamiamo il servizio di noleggio che manda un ragazzotto con un kit e una batteria per far ripartire l’auto… al secondo tentativo riusciamo a ripartire ma non dobbiamo far spengere l’auto altrimenti siamo fritti… ormai è tardi , è notte , la strada è molto pericolosa, con salite e discese ripide… riusciamo a tornare nel parcheggio dell’albergo dopo 20 minuti. Batteria morta stecchita, il giorno dopo mi cambieranno l’auto con una Micra col cambio automatico.

La mattina seguente , dopo aver acquistato i biglietti per il tour del vulcano ci dirigiamo verso la cabinovia che ci scende al porto per prendere l’imbarcazione.

Leica TL

Il tour comprende una sosta sull’isola dove c’è il centro del vulcano Nea Kameni , una sosta alle sorgenti termali (hot springs) a Palea Kameni , una pausa con pranzo all’isola di Thirasia, una fermata al porto di Oia e il ritorno a Fira. Costo 26 euro a testa.

Partiamo dalla sosta all’isola Nea Kameni… ci aspetta una camminata sotto al sole di 40 minuti all’andata con 2 soste per vedere il paesaggio… ne vale la pena? Mah… si cammina sotto al sole , tra una sassaia incandescente in paesaggio marziano….

Leica TL

non vi aspettate certo di vedere effetti pirotecnici o lava incandescente…. al massimo uno sbuffettino di vapore da un buchetto ne terreno …  voto 6.

Rimontiamo in barca e andiamo a fare un tuffo nelle Hot Springs…..  non è previsto attracco… solo per chi sa nuotare e si fa 10 minuti di nuoto senza toccare …. alla fine si arriva ad un’insenatura piena di turisti che nuotano in una brodaglia rossastra.

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Quando riusciamo a toccare il fondo con i piedi sembra di camminare nella marmellata, una sorta di fanghiglia melmosa formatasi dalla grande presenza di ferro che rende l’acqua di un colore tra l’arancio scuro e il Terra di Siena … la temperatura dell’acqua era perfino inferiore di quella della spiaggia di Monolithos…. Se avete bimbi piccoli , uno dei genitori deve rimanere sulla barca e non c’è il tempo per fare un cambio con chi ha deciso di tuffarsi, la barca riparte dopo 15/20 minuti….Voto 5

Ci dirigiamo verso l’isola di Thirasia per un pranzo e un bagno. Ci sono diversi ristorantini, la maggior parte vicino al porticciolo. E’ anche possibile visitare la parte alta dell’isola ma con quel caldo servirebbe l’aiuto dei muli ma ci sembrerebbe di fargli uno spregio … optiamo per un gyros di pollo ad un chiosco e una Mythos da 500ml.

Il sole picchia senza pietà e un bagno nell’acqua cristallina è quello che ci vuole….

…  un rapido giro per cogliere qualche particolare colorato e si riparte perso Oia per un pit stop , poi ritorno a Fira.

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Nel tardo pomeriggio facciamo un tratto di strada e passiamo da Imerovigli… il percorso completo durerebbe 2-3 ore, parte da Fira e arriva fino ad Oia, per me improponibile di Luglio/agosto o com prole al seguito……. ….probabilmente in un  altro periodo o la mattina presto sarebbe stato anche piacevole ma con quel caldo già arrivare fino a Imerovigli e scendere un tratto di scalinata verso il mare  era il massimo che potevamo fare senza sudare le 7 camicie.

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le curve dei tetti bianchi s’intersecano come schizzi di Picasso e nell’ora blu si tingono di azzurro…

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Leica TL

I fili della luce tesi dai pali come un pentagramma piegato

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Leica TL

L’ultimo giorno, andiamo sul sicuro con la spiaggia di Perissa e doccia sulla spiaggia per toglierci il sale dalla schiena. Le spiagge con ombrelloni  hanno anche un box / spogliatoio dove è possibile togliersi i vestiti bagnati e mettersi qualcosa di asciutto. Decidiamo di fare un ‘ultima esperienza con una degustazione di vini locali in un’azienda vinicola con galleria d’arte annessa.

Si chiama Art Space Winery e dopo una visita guidata all’interno delle fresche gallerie sotterranee dove vengono esposte foto e quadri di artisti locali si possono degustare e/o comperare le varietà di vino prodotte con i vitigni autoctoni. 6 degustazioni con piccoli assaggi di vino e crostini con conserva di pomodori locali con 10 euro a testa. Esperienza interessante che consiglio.

Abbiamo anche acquistato 2 bottiglie di un dolcissimo vinsanto  , tipico dell’isola.

Saluti , baci e abbracci, riconsegnamo, anzi, lasciamo con le chiavi sotto al tappetino, la macchina all’aeroporto. Comunichiamo il parcheggio all’agenzia e facciamo il check-in nel piccolissimo aeroporto… talmente piccolo che non sappiamo nemmeno dove aspettare l’imbarco…. non arrivate troppo presto, rischiate di stare al caldo o stipati come sardine davanti al gate….

Addio Santorini , calda, straordinaria isola colorata!

 

Il Paesaggio e Il Vino

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Sabato 16 giugno dalle ore 19.00 Matteotti Studio, in collaborazione con “La bottega del vino” inaugurano  la mostra “Il paesaggio e il Vino ” .

4 Fotografi ci mostreranno i paesaggi delle nostre dolci colline alle quali abbiamo abbinato 4 tipologie di vino che sarà possibile degustare durante la visita alla mostra .

Vermentino Bianco di Bolgheri , servito fresco

Castello di Poppiano Camposegreto Viognier Bianco della Maremma, servito fresco

Colli di Luni Rosso della Liguria

Collo Sorbo, Rosso di Montalcino

Gli autori sono :

Daniele Tirenni,  Stefano Coltelli, Paolo Pratesi e Gabriele Bardi, che in questi anni hanno girato in lungo e in largo la nostra Toscana e le regioni limitrofe in cerca di particolari condizioni di luce e di suggestivi scorci da mostrarci.

La mostra avrà luogo in via Matteotti n°53-57  ad Agliana, nei locali messi a disposizione da “Matteotti Studio” e da “La bottega del vino” , dove saranno presentate stampe fine art fino al formato 70×100 e dove avrà luogo anche una proiezione delle suggestive fotografie in alta definizione.

 

 

Amsterdam’s Films

Amsterdam’s Films

“ ..una compatta a pellicola speciale, che ha richiesto ben 2 anni di progettazione negli anni ’90 e una manciata di rullini , un ritorno alle origini della fotografia, alla sua semplicità, in una delle capitali europee più moderne , ricca di opere architettoniche all’avanguardia , un ritorno al passato per esaltare il contrasto delle linee, delle curve e dei contorni. Un viaggio surreale , geometrico, rigoroso nelle forme , nei quartieri solcati dai canali e nelle nuove zone residenziali di Amsterdam dove l’innovazione e la genialità del riutilizzo edile ha dato vita a nuove esperienze urbane…”

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“..A volte c’è bisogno di riordinare i propri pensieri ed Amsterdam è proprio come un sogno , un mix di esperienze visive, vecchi palazzi pendenti che sembrano sprofondare, soluzioni sperimentali e bizzarre come gli Hotel costruiti sulle navi attraccate alla banchina di un isolotto vicino a vecchi sommergibili dismessi, o i modernissimi appartamenti ricavati nei magazzini portuali , case che sembrano piattaforme petrolifere dove ormeggiano velieri del 1800, i mini-appartamenti degli universitari in container impilati come mattoncini di Lego . Visioni kafkiane che ricordano i film di fantascienza degli anni 70 e come un sogno ad occhi aperti aiutano a rimettere in ordine la mente del fotografo…”

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di Giacomo Sardi

Texture Spot

“Sono un accumulatore seriale di linee, texture, geometrie , forme che si ripetono , ombre che si ramificano. I miei studi da informatico , la matematica intorno alle mie scelte sono come un bioritmo onnipresente. Un linguaggio macchina naturale e casuale : pieno-vuoto, bianco-nero, ombra-luce, spigoli-angoli.  Ogni giorno e per un breve istante vi è  uno spazio preciso dove si forma la geometria perfetta, ma si rivela solo con uno Spot, una mano che si chiude e forma un cerchio sull’occhio”

Giacomo Sardi

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Fotografo Giacomo Sardi